martedì 20 dicembre 2011

Tredicesimo congresso del Polisario 15/20 dic, contesto interno e regionale portano brutte sorprese all’esistenza e al futuro dell’organizzazione separatista


Tredicesimo congresso del Polisario 15/20 dicembre
Un conclave chiuso, sotto alta sorveglianza e le prospettive che non ci sono per i saharawi.
In un contesto marcato di un insieme di avvenimenti e dei fatti che rischiano di cancellare il movimento separatista saharawi.
Il capo, Mohamed Abdelaziz, eterno e inamovibile Segretario Generale di Polisario dal 1976, si contrasta con le sfide della situazione interna in cui regna un clima di deterioramento risultante dell’impotenza della classe dirigente, e in secondo luogo, del contesto regionale marcato della Primavera araba e la caduta del suo tutore, il regime del Gheddafi, senza paralare del suo creatore algerino che ha da confrontare problemi politici ed economici seri.
Accanto a tutto ciò, il spettro del terrorismo e della criminalità organizzata nella regione del Sahel in cui i giovani senza futuro e senza prospettive si sono caduti nell’estremismo, il contro bando e il traffico di ogni tipo, droga, immigrazione clandestina, armi …
Campi di Tindouf in Algeria: Situazione altamente esplosiva
Salek Mahjoub leader di Khat Achahid

Il clima generale caratterizzato di una sfiducia della popolazione verso la direzione che non è disposto ad operare cambiamenti nelle proprie strutture e sulla gestione della quotidianità nei campi.
Da diversi mesi che i giovani saharawi si combattono e tentano di far sentire la loro voce organizzando manifestazioni e Sit-In ogni giorno da marzo 2011. “Il movimento 5 marzo” è ormai in Sit-In permanete e ha montato tende davanti alla sede del Segretariato Generale del Polisario che cerca con ogni mezzo a far zittire le voci dei contestatori che rivendicano con coraggio la cacciata di Mohamed Abdelaziz e del suo clan.
Mostafa Salma Ould Sidi Mouloud, simbolo dei Saharawi per un futuro migliore, è stato cacciato dai campi dopo aver vissuto le peggiori torturi nei centro di detenzioni nel famigerato “Arrachid” nei campi del Polisario.
I movimenti di contestazioni si moltiplicano e si organizzano, i maggiori sono « Rassemblement des Jeunes de la tribu Laaroussyine », il « Mouvement des jeunes de la tribu Rguibat Oulad Daoud », « Khat Achahid », le parti « Rassemblement Sahraoui Démocratique », ecc. il cantante Najem Allal, arrestato diversi volte e impedito di cantare pubblicamente, la sua colpa e quella di cantare la gloria e esprimersi artisticamente la sua critica alla politica della direzione e suo tutore algerino. Malgrado tutto Najem continua a manifestare con i suoi coetanei a Rabouni.
Allal Najem

Altre voci si sono fatte vive all’estero tra la diaspora saharawi per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sui malori dei saharawi rimasti sequestrati dai dirigenti polisariani per riscatto degli aiuti umanitari internazionali e profittando del traffico internazionale di droga e tutti tipi di contro bando nella zona.
Un contesto regionale porta brutte sorprese all’esistenza e al futuro del Polisario
La primavera araba ha cacciato via il regime del Gheddafi che era mentor dei separatisti polisario, all’indomani della caduta del regime totalitario del colonnello, il polisario si trova in situazione monoparentale contando sulla sorte dell’Algeria, genitore e protettore assoluto, per assumere il pesante incarico della gestione e del finanziamento perso. Questa novità ha riscaldato dibattito in seno dei massimi comandanti algerini che hanno dato sempre l’aspetto finanziario relativo al polisario ai terzi per dedicarsi all’aspetto politico, sicurezza  e militare.
Il ritorno di migliaia dei combattenti saharawi dalla Libia dove hanno combattuto fino all’ultima ora della caduta del Gheddafi è un'altra fonte di preoccupazione maggiore. Questi giovani che sono addestrati in un clima violente si trovano in disimpegno e senza risorse e il rischio che si possono alimentare il traffico di ogni genere nei campi in stretta sinergia cin le bande sahelo saharawi, come possono essere appetittibile per l’estremismo.
Possiamo dire che questi fenomeni non sono nuovi, perché da anni che si osserva un aderiva di un centinaio dei giovani saharawi che per il mancato di risorsi si sono inpegnati nel traffico di contro bando tra Mauritania, Algeria e Mali.
Altri hanno scelto il credo estremista e si sono convertiti nel proselitismo puro e duro che trasforma l’estremismo dei giovani saharawi a Tindouf. La presenza dei campi in un paese colpito dagli anni 90 dal terrorismo, non poteva lasciare insensibili qualche giovani saharawi, dall’annuncio, all’inizio del 2007 l’adesione dell’ex GSPC (Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento) algerina all’organizzazione terroristica Al Qaida nel Maghreb Islamici AQMI, si sono reclutati diversi del nord del Mali, che hanno avuto anche un ruolo di leader come il sopranominato “Khalid Saharawi” e che hanno attaccato diverse volte l’esercito mauritano.

Questo promiscuo con le strutture dell’AQMI e del traffico di droga nella regione non andava senza conseguenze. Il 23 ottobre 2011m tre lavoratori umanitari, l’italiana Rossella Urro e due spagnoli sono stati rapiti da Rabouni, proprio davanti alla sede della presidenza del Polisario in Algeria. Questo vile atto a vissuto la partecipazione di diversi trafficanti saharawi e del Mali, in cui figurano personaggi conosciuti nel registro del terrorismo e del traffico nella regione come i saharawi Hedi Ould Bechri, Rubio, noto trafficante nella banda Sahel Saharawi, cugino e socio di Mohamed Luali Ould Laakik, patrone dei servizi di sicurezza e membro della Segretariato nazionale del Polisario,  Aly Brahim, Omar Sahraoui aveva un ruolo attivo nel rapimento di tre spagnoli nel novembre 2009 in Mauritania, e ancora il “Double Tête” barone della droga in Sahel che era già citato per il sequestro del 07 settembre 2011, di quattro elementi del polisario, tra loro si sono citati il vice del comandante della prima regione militare del movimento separatista, Taleb Ammi Deih e suo figlio per una affare nera di furti dagli uomini di Taleb Ammi di 1.3 tonnellate di Hascisc.
Tre europei rapiti a Tindouf in Algeria

Il rapimento di Rossela Urro e altri, rivendicato da un misterioso gruppo denominato “Gruppo del Jihad e dell’Unicità in Africa dell’Ovest” guidato da un maliano, che forse, staccato dall’AQMI, interpella diversi atti: il primo, conferma per la ennesima volta le collusioni tra i gruppi criminali e terrorismo nella regione del Sahel. Secondo, fa ricordare di una realtà, quella dell’infiltrazione nei campi di Tindouf di gruppi crimianli e terroristici, in presa di conto della facilità con la quale i rapitori hanno agito nella cosiddetta zona altamente sorvegliata. Infine questo rapimento lancia allarme al capo alias Mohamed Abdelaziz come regolamento dei conti nella direzione del poliasrio nella prospettiva del tredicesimo congresso. La messa sotto arresto domiciliare di Ould Laakik, capo della sicurezza del polisario ci da la dimensione che regna nei campi che è divenuta elemento gravissimo dell’instabilità e della sicurezza in tutta le regione.